APT I 2017: ADDESTRAMENTO AVANZATO PER LA BRIGATA AEROMOBILE FRIULI
L’attività “live”, svolta con estremo realismo, rappresenta l’atto finale di una fase addestrativa che si è sviluppata in modo continuativo nei mesi precedenti.
CH-47 del 1° Reggimento Antares |
L’attività, diretta dal neo comandante della Brigata Friuli, Generale Salvatore Annigliato, rappresenta l’atto finale di una fase addestrativa che si è sviluppata in modo continuativo nei mesi precedenti.
L’APT è una nuova metodologia addestrativa improntata sul massimo realismo che prevede l’impiego di elicotteri da esplorazione e scorta e multiruolo, fanteria aeromobile ed altri assetti abilitati al fine di rendere prontamente disponibili i vari reparti dell’Esercito a condurre operazioni aeromobili e/o aeromeccanizzate nei vari teatri operativi.
Gli equipaggi del 7° Reggimento Vega, insieme a quelli del 5° Reggimento Rigel, del 1° Reggimento Antares, del 3° Reggimento Aldebaran ed a quattro plotoni del 66° Reggimento Fanteria aeromobile Trieste, hanno pianificato e condotto missioni di recupero di personale ferito o rimasto isolato in ambiente non permissivo, oltre a missioni di esplorazione e sorveglianza dell’area d’impiego, conquista/occupazione di punti chiave a favore/supporto delle operazioni e/o della manovra terrestre.
L’attività seguita nella giornata di oggi, che prevedeva attività di Personnel Recovery, Medevac e Quick Reaction Force a fronte di un attacco nemico simulato ad una carovana di 3 veicoli e 12 soldati, ha fatto emergere la spiccata interoperabilità tra tutte le componenti di fanteria, attacco (A-129) e trasporto tattico (UH-90), tipiche della Brigata Aeromobile Friuli.
Non solo velivoli, ma anche le moderne tecnologie a disposizione dell’arma sono fondamentali per la riuscita delle operazioni: sistemi di intercettazione mobile (radar), UAV Raven DDL e Safe Strike (gps avanzato per dispositivi mobili).
Prontezza, precisione e coraggio sono solo alcune delle caratteristiche che contraddistinguono gli uomini visti in azione oggi. Nei loro volti si leggeva determinazione ed umanità, tutte caratteristiche che consentono loro di non perdere di vista l'obiettivo di ogni missione, senza dimenticarne il fine ultimo: difendere e salvaguardare il proprio paese o le zone e popolazioni che necessitano del loro supporto.
Testo, Immagini: Matteo Sanzani
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