UNA GIORNATA CON GLI EROI DELLA MONTAGNA

I protagonisti della serie televisiva "Mountain Heroes" in azione!

Nucleo Elicotteri Trento Mountain Heroes
Uomini e mezzi del Nucleo Elicotteri della Provincia autonoma di Trento in azione

Dopo anni di attività con le forze armate, da qualche tempo nutrivo il desiderio di realizzare un report su un ente di soccorso civile, ma non un ente qualsiasi, bensì quello legato alle immagini adrenaliniche che da qualche tempo scorrevano senza un nome nella mia mente. Dove le avevo viste? È bastata una rapida ricerca per associarle alla serie di successo "Mountain Heroes", trasmessa sul canale tv Dmax con protagonista il Nucleo Elicotteri della Provincia autonoma di Trento.

I filmati che mostravano la prontezza operativa e professionalità di piloti, medici e tecnici del soccorso alpino durante gli interventi quotidiani, mi avevano particolarmente impressionato.

Durante i miei precedenti reportages con reparti di soccorso operanti in zone alpine ho imparato che le montagne nascondono numerose insidie ed è indispensabile avere una grande preparazione e conoscere ogni minimo dettaglio per poter operare in sicurezza in tale ambiente.

Volevo conoscere di più su uomini e donne che ogni giorno rischiano la propria vita per salvare quella degli altri, in una delle zone più impervie, a livello mondiale, per chi pratica l’alpinismo: le Dolomiti.

Operare in montagna non significa solo dare assistenza a spericolati BASE Jumpers, rocciatori e alpinisti in difficoltà, ma anche prevenire incidenti, valanghe, messa in sicurezza di sentieri sconnessi, manutenzione di rifugi inaccessibili e tutela della fauna locale.


Eccomi entrare nella sede del Nucleo Elicotteri per seguire dal vivo una delle esercitazioni giornaliere a bordo di un moderno AW139; indosso imbragatura ed elmetto tipici degli alpinisti e mi imbarco a bordo del velivolo. Rimango subito stupito dalla rapidità delle operazioni, in pochissimi minuti ci troviamo in volo diretti verso le montagne per poi attraversarle e raggiungere una zona ai piedi di una parete rocciosa caratterizzata da massi di varie dimensioni.

Ci dirigiamo verso uno dei massi più grandi con una superficie di circa 15 mq inclinata a 45 gradi, da lì a pochi secondi avviene il mio sbarco e quello della guida alpina che mi ha assistito durante il servizio; il pilota posiziona l’elicottero in hovering sul grande masso appoggiando su di esso il carrello posteriore lato portellone di sbarco, rimango molto impressionato dalla bravura e precisione dell’equipaggio.

Mentre l’AW139 si allontana rapidamente dalla zona per andare ad imbarcare guide alpine e medici coinvolti nell’esercitazione, la guida mi cala con una fune dal masso per potermi posizionare su una seconda roccia a pochi metri di distanza: le operazioni si terranno nell’area in cui sono sbarcato.

Tempo di posizionarmi e l’elicottero è già di ritorno pronto ad iniziare l’attività, con grande rapidità iniziano le discese con verricello del personale, in pochi minuti una decina di uomini si trovano sull’area di fronte a me.


Durante la mia permanenza nella zona ho notato, lungo l’imponente parete rocciosa che faceva da sfondo all’elicottero in azione, una ventina di BASE Jumpers tuffarsi nel vuoto equipaggiati di tuta alare e paracadute in condizioni meteo non prettamente favorevoli: ma non è la tranquillità che cercano bensì pura adrenalina! La guida mi ha spiegato che nell’arco dell’anno diverse persone perdono la vita durante il lancio e proprio la settimana prima è stato recuperato un giovane BASE Jumper morto a causa dell’impatto con la roccia in seguito ad un lancio.

Dalla breve chiacchierata ho subito dedotto che l’attività del reparto, nel corso dell’anno, deve essere parecchio intensa.

Un pensiero ampiamente confermato dai numeri: 2.000 interventi all’anno, 1.500 ore di volo, 10.000 chilometri quadrati di territorio di competenza, 5 elicotteri, 70 specialisti a disposizione 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e migliaia di vite salvate.

Torniamo all’esercitazione di oggi: i soccorritori stanno singolarmente, o a gruppi di tre, risalendo a bordo dell’elicottero tramite “vericellate”. Particolare la risalita di due medici ognuno dei quali portava con sè una barella di diversa tipologia: la prima disponeva di una pinna all’estremità che tramite sensore si regolava in modo tale da non far ruotare la barella, mentre la seconda, con metodo più tradizionale, era fissata ad una fune guidata da un operatore a terra per ottenere il medesimo scopo.





Anche in questo caso tutte le operazioni avvengono in pochissimi minuti e giusto il tempo di salire nuovamente sulla roccia più grande che l’AW139 è già pronto a scendere per il mio imbarco.

Sulla via del ritorno alla base, l’Aeroporto Caproni di Trento, l’equipaggio riceve una chiamata per soccorrere un motociclista infortunatosi lungo una pista da cross, non c’è mai sosta per gli “Eroi delle Montagne”!


Ringrazio il Comandante Avi per l’opportunità concessa e tutto il personale che mi ha assistito durante la realizzazione del reportage.

Testo e Immagini: Matteo Sanzani

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