L’Aeronautica Militare celebra il cinquantennale dal primo volo del Tornado
Tornado con livrea speciale realizzata per celebrare i 50 anni dal primo volo. |
L'Aeronautica Militare ha celebrato nei giorni scorsi il cinquantennale dal primo volo del prototipo sperimentale del caccia multiruolo Tornado. Il primo velivolo, denominato P-01, è decollato dall’aeroporto di Manching Ingolstadt, in Germania, il 14 agosto 1974.
L'evento si è tenuto mercoledì 25 settembre presso la base aerea di Ghedi, sede del 6° Stormo dell’Aeronautica Militare, dove per l'occasione è stato presentato un Tornado con livrea speciale.
Il velivolo Special Color intende rappresentare un viaggio ideale nella storia operativa compiuta dal Tornado durante il suo impiego cinquantennale, richiamando le diverse tinte cromatiche che evocano le colorazioni impiegate nelle diverse fasi di evoluzione capacitiva e nei molteplici contesti operativi di impiego. Le livree richiamate scandiscono la successione nelle missioni che hanno visto il Tornado protagonista e che hanno fatto epoca per le operazioni aeree dell'Aeronautica e dell'Italia.
L'evento si è tenuto mercoledì 25 settembre presso la base aerea di Ghedi, sede del 6° Stormo dell’Aeronautica Militare, dove per l'occasione è stato presentato un Tornado con livrea speciale.
Il velivolo Special Color intende rappresentare un viaggio ideale nella storia operativa compiuta dal Tornado durante il suo impiego cinquantennale, richiamando le diverse tinte cromatiche che evocano le colorazioni impiegate nelle diverse fasi di evoluzione capacitiva e nei molteplici contesti operativi di impiego. Le livree richiamate scandiscono la successione nelle missioni che hanno visto il Tornado protagonista e che hanno fatto epoca per le operazioni aeree dell'Aeronautica e dell'Italia.
La Saetta Rossa, che corre lungo il profilo laterale, richiama la "N" del Consorzio Panavia Tornado, nonché il dinamismo operativo che ha visto sempre il PA200 impegnato in prima linea fino ai nostri giorni e che ispira tuttora l'impiego in operazioni fuori dai confini nazionali nel teatro iracheno.
In particolare la grafica che si staglia dalla deriva del velivolo e prende forma a partire dal logo "50° anniversario" elaborato dal Consorzio, evoca dinamicità ed incisività dell'azione che trova espressione apicale nelle frecce che rappresentano le tre versioni del Tornado impiegati dall'Aeronautica Militare IDS, ECR e ADV. Il Tricolore, che trae origine dalla deriva, avvolge interamente la fusoliera e, convergendo sull'asse longitudinale del velivolo, suggella come la bandiera abbia sempre ispirato ed indirizzato verso il successo il servizio del PA200.
Sulla fusoliera, sotto abitacolo e prese d'aria sono rappresentati gli stemmi dei sette gruppi e reparti che hanno impiegato il Tornado nelle diverse varianti in ordine di assegnazione.
In particolare la grafica che si staglia dalla deriva del velivolo e prende forma a partire dal logo "50° anniversario" elaborato dal Consorzio, evoca dinamicità ed incisività dell'azione che trova espressione apicale nelle frecce che rappresentano le tre versioni del Tornado impiegati dall'Aeronautica Militare IDS, ECR e ADV. Il Tricolore, che trae origine dalla deriva, avvolge interamente la fusoliera e, convergendo sull'asse longitudinale del velivolo, suggella come la bandiera abbia sempre ispirato ed indirizzato verso il successo il servizio del PA200.
Sulla fusoliera, sotto abitacolo e prese d'aria sono rappresentati gli stemmi dei sette gruppi e reparti che hanno impiegato il Tornado nelle diverse varianti in ordine di assegnazione.
Il programma dell'evento è stato arricchito dalla presentazione in volo di una formazione di 6 velivoli (4 Tornado e 2 F-35), nella quale spiccava la presenza del tanto atteso PA-200 Special Color.
La cerimonia si è conclusa con il discorso del Comandate del 6° Stormo, il Colonnello Luca Giuseppe Vitaliti, il quale ha ripercorso la storia del Tornado ricordando che: "…sulla scia del programma Tornado, primo programma aeronautico in consorzio, la stretta cooperazione dell'industria aerospaziale europea è oggi non solo un modus operandi consolidato, ma una strategia irrinunciabile. Questa collaborazione pose dunque le basi per una crescita dell'industria aerospaziale europea e consentì di mettere a fattor comune le migliori competenze, professionalità ed esperienze per lo sviluppo di nuove tecnologie e sofisticate capacità, compiendo un salto generazionale."
Cenni storici
Il programma Tornado affonda le proprie radici negli anni 60 e 70, quando le nazioni europee, in piena guerra fredda, si ritrovarono nella necessità di sviluppare una nuova generazione di velivoli da combattimento in grado di affrontare efficacemente nuovi contesti e scenari operativi, acquisendo la capacità di poter svolgere con un unico sistema d’arma molteplici tipologie di missione contemporaneamente, in sostituzione dei velivoli mono ruolo di precedente generazione.
Il Tornado è dunque un caccia multiruolo, bireattore supersonico ad ala alta e freccia a geometria variabile con capacità ogni tempo, diurne e notturne grazie all'avionica di bordo e ad un prestazionale radar corredato di funzione di Terrain-following in autopilota automatico.
Al programma, che prese il nome di PA200 Tornado, aderirono dunque l'Italia, il Regno Unito e la Germania. Un progetto ambizioso che ha prodotto in totale circa 1000 esemplari in tre versioni: IDS (Interdiction and Strike) per l'attacco al suolo, l’ECR (Electronic Combat/ Reconnaissance) attrezzato per la soppressione delle difese aeree e l'ADV (Air Defence Variant) intercettore.
I collaudi in volo iniziarono, come detto, nell'agosto 1974. Il Tornado si sarebbe successivamente dimostrato non solo un validissimo sistema da interdizione, ma anche per la difesa aerea e per la soppressione delle difese antiaeree nemiche, in grado di operare ad alta velocità e bassissima quota grazie alle capacità di seguire l'orografia del terreno sotto la guida del menzionato Terrain-following radar.
Il primo esemplare assegnato al reparto operativo fu la matricola 7006, il 6-01 che venne consegnato al 154° Gruppo Volo del 6° Stormo il 27 agosto 1982.
Il programma Tornado affonda le proprie radici negli anni 60 e 70, quando le nazioni europee, in piena guerra fredda, si ritrovarono nella necessità di sviluppare una nuova generazione di velivoli da combattimento in grado di affrontare efficacemente nuovi contesti e scenari operativi, acquisendo la capacità di poter svolgere con un unico sistema d’arma molteplici tipologie di missione contemporaneamente, in sostituzione dei velivoli mono ruolo di precedente generazione.
Il Tornado è dunque un caccia multiruolo, bireattore supersonico ad ala alta e freccia a geometria variabile con capacità ogni tempo, diurne e notturne grazie all'avionica di bordo e ad un prestazionale radar corredato di funzione di Terrain-following in autopilota automatico.
Al programma, che prese il nome di PA200 Tornado, aderirono dunque l'Italia, il Regno Unito e la Germania. Un progetto ambizioso che ha prodotto in totale circa 1000 esemplari in tre versioni: IDS (Interdiction and Strike) per l'attacco al suolo, l’ECR (Electronic Combat/ Reconnaissance) attrezzato per la soppressione delle difese aeree e l'ADV (Air Defence Variant) intercettore.
I collaudi in volo iniziarono, come detto, nell'agosto 1974. Il Tornado si sarebbe successivamente dimostrato non solo un validissimo sistema da interdizione, ma anche per la difesa aerea e per la soppressione delle difese antiaeree nemiche, in grado di operare ad alta velocità e bassissima quota grazie alle capacità di seguire l'orografia del terreno sotto la guida del menzionato Terrain-following radar.
Il primo esemplare assegnato al reparto operativo fu la matricola 7006, il 6-01 che venne consegnato al 154° Gruppo Volo del 6° Stormo il 27 agosto 1982.
Il battesimo del fuoco per i Tornado italiani avvenne il 14 settembre del 1990, quando otto velivoli partirono alla volta degli Emirati Arabi Uniti per partecipare all'operazione "Locusta"; prima operazione fuori dai confini nazionali per l'Aeronautica dalla fine della seconda Guerra Mondiale, che ha attribuito al velivolo Tornado il titolo di primo aereo italiano impiegato in operazioni reali.
La particolarità è l'unicità del Tornado è la connotazione prettamente operativa che ha caratterizzato da sempre la sua esistenza. Connotazione operativa che continua ad essere espressa ai massimi livelli anche a 50 anni dal primo volo e dopo ben oltre 40 anni di vita operativa.
Operazione Locusta e Desert Storm in Iraq, Operazione Sharp Guard in Montenegro, Operazione Deny Flight in Croazia, Operazione Deliberate Force e "Decisive Endeavour" in Bosnia-Erzegovina, Deliberate Force and Allied Force in Kosovo, ISAF in Afghanistan Odissey Down e Unified Protector in Libia, la stabilizzazione in Iraq per ben quattro mandati nel 2014, nel 2020, 2023 e 2024, sono solo alcune delle principali missioni in cui il Tornado italiano ha rappresentato il principale assetto schierato dall'Italia.
Le missioni svolte dal Tornado sono state spesso associate alla difesa aerea, alla protezione e sostegno delle forze di terra, in supporto a forze dell’ordine, Protezione Civile, Ministero dell'Ambiente, a riprova di grande poliedricità e flessibilità d'impiego.
Il Tornado, tenuto costantemente aggiornato negli anni nell’avionica, nei sensori e nell'armamento, è tuttora una piattaforma in grado di esprimere capacità peculiari, quali ad esempio, la soppressione delle difese aeree nemiche. A queste si aggiungono le caratteristiche date da sensori e armamenti di precisione che negli anni sono stati progressivamente integrati sul Tornado, primo tra tutti gli assetti in dotazione l'Aeronautica Militare, il pod da designazione laser Lightning e il pod da ricognizione tattica RecceLite.
La particolarità è l'unicità del Tornado è la connotazione prettamente operativa che ha caratterizzato da sempre la sua esistenza. Connotazione operativa che continua ad essere espressa ai massimi livelli anche a 50 anni dal primo volo e dopo ben oltre 40 anni di vita operativa.
Operazione Locusta e Desert Storm in Iraq, Operazione Sharp Guard in Montenegro, Operazione Deny Flight in Croazia, Operazione Deliberate Force e "Decisive Endeavour" in Bosnia-Erzegovina, Deliberate Force and Allied Force in Kosovo, ISAF in Afghanistan Odissey Down e Unified Protector in Libia, la stabilizzazione in Iraq per ben quattro mandati nel 2014, nel 2020, 2023 e 2024, sono solo alcune delle principali missioni in cui il Tornado italiano ha rappresentato il principale assetto schierato dall'Italia.
Le missioni svolte dal Tornado sono state spesso associate alla difesa aerea, alla protezione e sostegno delle forze di terra, in supporto a forze dell’ordine, Protezione Civile, Ministero dell'Ambiente, a riprova di grande poliedricità e flessibilità d'impiego.
Il Tornado, tenuto costantemente aggiornato negli anni nell’avionica, nei sensori e nell'armamento, è tuttora una piattaforma in grado di esprimere capacità peculiari, quali ad esempio, la soppressione delle difese aeree nemiche. A queste si aggiungono le caratteristiche date da sensori e armamenti di precisione che negli anni sono stati progressivamente integrati sul Tornado, primo tra tutti gli assetti in dotazione l'Aeronautica Militare, il pod da designazione laser Lightning e il pod da ricognizione tattica RecceLite.
Fonte, Immagini: Aeronautica Militare
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