RICORRONO I 25 ANNI DALLA LIBERAZIONE DEL KUWAIT

Il 15 marzo 1991 è la data che segna la conclusione dell’impegno dell’Aeronautica Militare nelle operazioni culminate nella Liberazione del Kuwait invaso, il 2 agosto 1990, dall’Iraq di Saddam Hussein. Era così iniziata Desert Shield, una vasta operazione di posizionamento logistico di preparazione di quella che sarebbe stata la Guerra del Golfo.


In tale contesto, l'Italia, nel quadro delle risoluzioni ONU, aveva deciso di inviare sia forze aeronautiche che navali, inserite nella coalizione internazionale formatasi nel frattempo. Per l'Aeronautica Militare scattava così l'operazione Locusta, il 25 settembre 1990, con il rischieramento di dieci Tornado (otto più due di riserva, del 6°, 36° e 50° Stormo) opportunamente modificati, sull'aeroporto di Al Dhafra (base Locusta), negli Emirati Arabi Uniti (EAU), che diventerà sede del Reparto Volo Autonomo A.M., arrivando a contare circa 300 militari.
Il supporto logistico (sia ai Tornado che, dal gennaio successivo, alla cellula di F/RFi104G del 3° Stormo, rischierati a Erhac in Turchia per l'operazione ACE Guard con lo scopo di deterrenza a fronte di un ipotetico allargamento del conflitto) era garantito principalmente dalla 46^ Brigata Aerea, oltre che dal 31° Stormo.
Il compito iniziale della nostra componente aerea era il concorso e la protezione alle forze navali nazionali (20° Gruppo Navale della Marina Militare), operanti nel Golfo Persico.
Il 28 novembre, a causa degli scarsi risultati dell'embargo imposto all'Iraq dalla comunità internazionale, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU deliberava l'impiego della forza in caso di mancato ritiro delle forze irachene dal Kuwait entro il 15 gennaio 1991.
Alle 2.30 del 17 gennaio 1991, ora di Baghdad, con il primo attacco aereo della coalizione alleata sull'Iraq, prendeva inizio l'operazione Desert Storm, al termine della quale - il 28 febbraio 1991 - Saddam Hussein avrebbe accettato tutte le risoluzioni ONU.
Durante la notte tra il 17 e il 18 gennaio 1991, otto Tornado italiani decollavano dalla base Locusta per compiere la loro prima missione disposta dal Comando aereo interalleato dell'operazione Desert Storm; all'appuntamento per il rifornimento in volo, le condizioni meteorologiche proibitive impedivano la continuazione della missione sia ai nostri aeroplani che ad altri velivoli alleati costringendoli al rientro in base.
L’unico Tornado a continuare la missione, autorizzato dal Comando interalleato, era quello del maggiore pilota Gianmarco Bellini e del capitano navigatore Maurizio Cocciolone che, in fase di disimpegno, dopo aver centrato il suo target, veniva colpito dalla contraerea irachena. Il velivolo era dichiarato “lost” e l’equipaggio “missing in action”; i nostri due aviatori, catturati dall'esercito iracheno, sararanno liberati agli inizi del successivo mese di marzo (il 4, Cocciolone; il 5, Bellini), venendo consegnati, insieme ad altri prigionieri di guerra, ai delegati del Comitato della Croce Rossa Internazionale.
Questi, in estrema sintesi, i "numeri" che riassumono il contributo dell'Aeronautica Militare alla Liberazione del Kuwait:
- Operazione Locusta (25 settembre 1990 – 15 marzo 1991): n.10 (8+2) velivoli Tornado, 2.129 ore di volo e 1.108 sortite. Di queste 226 sortite per un totale di 589 ore di volo sono "voli di guerra" effettuati dal 17 gennaio al 27 febbraio 1991.
- Operazione Ace Guard (6 gennaio – 8 marzo 1991): n.6 velivoli F/RF-104G del 3° Stormo rischierati ad Erhac (Turchia), 515 ore di volo e 384 sortite.
- Attività di supporto logistico (trasporto e collegamento): 46^ Brigata Aerea 3.936 ore di volo con velivoli C-130H e G.222; 31° Stormo 638 ore di volo velivoli DC.9, Falcon 50 e Gulfstream 3.



Fonte e Immagini: Aeronautica Militare Italiana

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